martedì 25 giugno 2013
Camminare nel buio per andare in cucina e incocciare con l'alluce contro lo stipite della porta, non è mai il massimo. Ma cerco di fare piano per non disturbare Bernardo, che ha davvero , davvero, bisogno di dormire. Passo davanti alla camera degli ospiti la porta è aperta e la luce che entra dalla finestra illumina il muso di Cane che è steso sul letto assieme al suo padrone. Mi guarda drizzando le orecchie , con calma.
Gli faccio un cenno poi supero la porta e mi lascio alle spalle la camera e i suoi occupanti.
E' stranamente confortante non essere sola.Avere qualcuno per casa, occuparsi di qualcuno, anche solo per fargli la colazione.
Bernardo dice che lo distraggo dal pensiero dell'alcool , lui distrae me dagli altri pensieri, anche se fa domande troppo dirette, alle quali non posso mentire.
Ma sono così brava ormai. Nascondo le cose così a fondo che alla fine ha pensato che le nostre esperienze fossero simili. Anche se, a pensarci bene, lo sono.
Ed era davvero certo della mia innocenza , così certo da pensare che l'avrei disprezzato per quello che mi ha rivelato dopo.La droga , il giro di droga che aveva messo in piedi.
Non si può disprezzare qualcuno che è come te. Almeno questo non riesco ad esserlo. Non riesco ad essere ipocrita. "Getti la prima pietra chi non ha peccato." Io non posso farlo.Non posso gettare quella pietra.
E mentre torno a letto osservo ancora le stelle, che compaiono tra le nubi. Stelle straniere.
E all'improvviso ricordo una frase di mia madre e mi tocco le labbra.
"Se ti ostini a cercare qualcosa corri il rischio di trovarla. Non sai mai cosa ti manca finché non fa molto male”
Divertente, Davvero divertente.
sabato 15 giugno 2013
"Scendi subito di lì!Ora Lelaine Blackwood De Jont!"
Questa è la voce di mio padre.O dovrei dire il suo ruggito?
E mi arriva limpida e potente al di sopra della confusione che affolla la sala.
"Caro, non farmi fare figure di merda, Lela mi sta aiutando per una cosa del Circolo"
Questa è invece mia madre, la voce così dolce che potrebbe incantare un orso con una spina nella zampa. Nello specifico mio padre.
"Non me ne frega un cazzo, del tuo Circolo..come del tuo circolo? ..."attimo di silenzio " non mi interessa, mia figlia mezza nuda non ci va in giro, sono stato chiaro?"
Se prima c'erano casino, ora c'e' un silenzio assordante. E in tutto questo io sono su una passerella con addosso solo un costume e delle piume. Mezza nuda, in effetti.
"Caro , è per beneficenza...non fare storie.Non davanti a tutti, cazzo"
Morale della favola : nessuno mi ha visto con quel costume.
domenica 9 giugno 2013
Per quanto possa sembrare strano ho ancora degli scatoloni da aprire, nell'appartamento.
Il non volerli aprire, o il non volerli vedere, può significare due cose, o che non ho voluto mai confrontarmi con quello che c'era dentro , o che in qualche piccola parte di me, ero convinta che non sarebbe durato questo mio periodo così lungo su Horyzon.O tutte e due le cose assieme.
Così stasera ne ho aperto uno, e ho trovato un taccuino, anzi taccuino è una parola grossa, per un insieme pinzato di fogli macchiati e sporchi. Un taccuino di quattro anni fa, di quanto su un campo di battaglia cercavo di esorcizzare l'onda scura, buttando parole su delle pagine.
Ci sono davvero poche cose che riesco a comprendere.
Come psichiatra mi rendo conto che la persona che ha scritto quelle parole era profondamente disturbata, sull'orlo di una psicosi.
Come persona mi tolgono il fiato alcune parole che leggo, e quelle che capisco riescono a proiettarmi in un inferno.
"Odiamo con lo stesso violento impeto con cui viviamo ogni istante dell’esistenza concessaci, e non ce ne vergogniamo. Opprimiamo, ossessioniamo, divoriamo tutto e tutti senza voltarci indietro se non per godere di nuovo di quei momenti intinti nel dolceamaro veleno del ricordo.
Coviamo tutti il disperato bisogno di certezze, solo che a pochi è dato raggiungerle: la verità, la comprensione delle cose è al pari della giustizia un dono raro che si concede solo a coloro che sono in grado di reggerne il peso e la portata.
Redimermi non m’interessa. Sono maggiormente soddisfatta così, guardando a ciò che ho compiuto in vita mia, soppesando indistintamente glorie e cadute, perché ciò che sono adesso è l’empio frutto di ciò che sono stata in passato. Mi biasimino pure i deboli di spirito, gli illusi, coloro che confidano nell’amore divino, io non mi pento di nulla."
Mi chiedo chi abbia scritto queste parole.
Mi chiedo sopratutto se, da qualche parte , dentro di me, esista ancora questa persona così amara, disperata, talmente incazzata da odiare tutto e tutti.
Non mi pento di nulla.
E per un secondo vorrei davvero che fosse così. Vorrei davvero essere così.
Ma è un secondo, poi ributto tutto nello scatolone e lo chiudo di nuovo, nascondendolo dentro un armadio.
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