sabato 27 luglio 2013
Ieri ho tentato qualcosa che non era mai stato tentato prima.
Il cervello è un organo delicato, un equilibrio morbido.
Ricostruire anche minime porzioni del cervello, qualcosa fin'ora di intentato.
Io ci sono riuscita.
La vita trova sempre una strada.
Di questo sono certa.
Eppure nella mente parole si nascondono dietro a parole.
Non posso esimermi dal rispondere ad una richiesta di aiuto.
Nel profondo mi chiedo se questi sono segreti.
Li sento come piccoli spilli, che si infilano nelle pieghe della mia mente e che sollecitano una risposta.
giovedì 18 luglio 2013
Nella mia mente risuona ancora il tintinnare delle catene. Ma è un suono piacevole, quasi rilassante.Fa riferimento ad un mondo nel quale si rinuncia al libero arbitrio, al dover decidere per se stessi, a cosa sia giusto e sbagliato. Non si è più artefici ma strumenti.
Osservo le persone che mi circondano e mi rendo conto che sono consumate dal rimorso, come lo sono io. Chi per quello che ha fatto, chi per quello che non ha fatto o pensa avrebbe dovuto fare, e inizio a chiedermi se il rimorso non sia il motore primo e costante che ci spinge in un senso o nell'altro.
Anya che si dibatte, imprigionata dal suo orgoglio."Io avrei potuto fare la differenza".
Bernardo che ha deciso di espiare a suo modo per aver infettato il verse con la droga.. Una forma di orgoglio anche quella.
Probabilmente quei due non si piacciono perchè entrambi sprizzano orgoglio da ogni poro.
"Io faccio la differenza".Questo è quello che pensano.
"Per colpa mia sei in pericolo".
No , non è così che funziona.
Noi siamo solo piccole tessere di un puzzle e le nostre sofferenze e decisioni, cambiano il mondo solo in minima parte.E solo per poche persone.
Eppure non posso dire niente di simile a nessuno dei due. L'orgoglio nel loro caso è la forza primaria.
Posso solo fare loro da spalla.
Lasciare che si sfoghino, chi in un modo , chi nell'altro.
Offrire competenza e amicizia, o amore, a seconda della persona.
E sopratutto lasciarli andare, quando devo.
Dare loro quella scelta che il loro orgoglio non dà.
La scelta di lasciarmi indietro.
domenica 14 luglio 2013
Lo so. Davanti alla morte si dovrebbe fare il punto della propria vita.
Ma non so perchè, non ci riesco. Tutto quello che mi viene in mente ora è che puzzo, inizia a far caldo e che probabilmente presto ucciderò quella cara ragazza di Rain.
Penso anche a Bernardo ovviamente e immagino sarà preoccupato.
Ma è un uomo pratico, con i piedi ben piantati a terra.
Se anche non dovessi tornare, non ne farà una tragedia.
Tutto il contrario di quello che avrei fatto io ovviamente.
E' frustrante rendersi conto delle proprie idionsicrasie, saperle valutare, sapere quali sono le soluzioni, sapere che se fosse qualcun altro ad averle, qualche mio paziente, con aria saggia e tranquilla saprei cosa dirgli e come pungolarlo e spingerlo per indirizzarlo sulla strada giusta.
E invece essere impotenti davanti a propri sentimenti.
Non gli ho detto che lo amo. E ho fatto bene. L'amore è una promessa.
Rimarrò sempre con te.
Ti amerò per sempre.
Ci sarò sempre.
Tutte cose che mi stanno sfuggendo dalle dita man mano che l'ossigeno si consuma.
Promesse che non avrei potuto mantenere.
Promesse che probabilmente lui non avrebbe voluto sentire.
E anche in questo caso mi rendo conto di quanto siano assurde queste mi insicurezze.
Dovrei semplicemente fregarmene.
Ma sono umana, e tendo , geneticamente a incasinarmi , come tutti.
E' la nostra umanità che ci frega, sempre, alla fine.
giovedì 11 luglio 2013
"Ti ucciderò. Ma prima ucciderò ogni cosa che ami"
Una promessa che mi è stata fatta in un passato così lontano da non avere più nemmeno un nome.
Succede spesso che i pazienti si sentano legati al medico che li ha in cura.
E' la prima cosa da cui ti mettono in guardia. Ma in questo caso, l'uomo in questione, non era esattamente un mio paziente. Era uno di quelli con il cartellino nero.E sapeva perfettamente cosa sarebbe successo, sapeva che prima o poi sarei andata da lui.In effetti leggendola fuori dal contesto, potrebbe sembrare una minaccia proporzionata a quello che gli ho fatto.Ma è il contesto quello che conta.
Sviluppare un attaccamento morboso per il tuo carnefice non è esattamente salutare, ma quell'uomo, o forse dovrei dire quel ragazzo, aveva lasciato la sua salute mentale nella Valle.
Mi seguiva sempre con lo sguardo, me lo sentivo addosso, simile alla melassa. Sentivo il suo respiro mischiarsi al mio, il calore febbricitante del suo corpo quando vegliavo nella mia brandina.
Un amore così divorante e distorto da vedere la morte come un atto sessuale.
E' una minaccia che non ho mai preso sul serio. Il suo cuore è morto da molti anni. E spero che la sua anima sia sanata ovunque lui sia ora.
Eppure , stanotte, mentre calmavo il mio di cuore, tra le sue braccia, quella voce mi è risuonata nella testa.
E ho stretto Bernardo, ho seguito ogni linea del suo corpo con le mie labbra, permettendogli di sfinirci una volta dopo l'altra, dolorosamente.
Non lo lascerò morire. E' la mia promessa. E le promesse io le mantengo sempre.
lunedì 8 luglio 2013
L'ho guardato muoversi per la casa, irrequieto, per tutta la notte.
Ha infilato il naso nei suoi abiti, nelle sue scarpe , si è rotolato nel suo letto e alla fine ha appoggiato il muso sul cuscino, chiudendo gli occhi.
Io in tutto questo sono rimasta seduta su quella poltrona, dalla quale posso rimirare comodamente tutto il mio piccolo regno.
Sequestrato.
Sequestrato.
Sequestrato.
Questa parola mi rimbomba nella mente e assieme a quella le parole di Bernardo, dette nemmeno poco tempo fa.
Sono così arrabbiata.
Sento la rabbia mangiarmi il cuore, tanto che fatico a respirare.
Passo così tutta la notte,dibattendomi come un pesce nella rete, cercando di capire cosa posso fare.
Al mattino, mentre Cane mi si agita attorno, preparo gli scatoloni.
Non ho molta roba e entro qualche ora io e lui siamo fuori da quell'appartamento.
Entro qualche ora Lela De Jong ha preso in affitto un nuovo appartamento e ha incontrato Mr Remington Stillman, professione avvocato.
Nulla tira su il morale come lasciare un testamento dettagliato e una lettera sigillata.
Cane mi ha guardato per tutto il tempo, il muso posato sulle zampe.
Torna da me.
Chissà di chi è questo pensiero se suo o mio.
giovedì 4 luglio 2013
Ci sono granelli di sabbia sulla mia pelle che ieri non c'erano.
E' strano come il semplice atto di camminare sulla spiaggia, riesca ,in forza di chissà quale legge fisica universale, ad attirare la sabbia ovunque.
Sabbia e sale.Freddezza.Preoccupazione.
E poi risate.E poi silenzi che fluivano gli uni negli altri, scanditi solo dal battito del cuore.
Non poteva saperlo. Non potevo saperlo nemmeno io.
E anche se all'inizio non è stato gentile, poi le sue mani sono diventate morbide, calde, le labbra dolci.
Uscire dalla propria pelle come i serpenti, non è qualcosa che si possa fare ogni giorno e con troppa facilità.
E' una cosa da temere, è una vertigine che ribalta l'universo.
Ora sono nuda, non ho più difese.
La domanda è : ne avrò bisogno?
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