mercoledì 29 maggio 2013
Sarei già dovuta essere a letto da un'ora ma sono troppo eccitata per dormire, ed è così che li sento parlare mentre scendo le scale simile ad un topolino furtivo.
<Magda devi parlare con la Bambina> potevo quasi percepire la B maiuscola nella voce di mio padre, quell'affetto incondizionato che mi aveva sempre rassicurato e riscaldato.
<Devi dirle di sbagliare qualcosa. Non deve superare il punteggio massimo.> è la prima volta che sento dell'ansia nella voce di mio padre. Lui era sempre stato una roccia, forte , sicuro , senza nessuna paura del mondo. So, o meglio percepisco , che questa sicurezza derivava anche dall'essere un De Jong ma non ho ancora ben chiaro quanto l'esserlo possa spianare la strada.
<Isaiah, ne abbiamo già parlato...dammi almeno un cazzo di spiegazione. Nostra figlia ha davanti a sè un futuro speciale, perchè vuoi tarparle le ali?So che ci sono delle scuole speciali...> ecco questa era mia madre, sboccata quando le girano i cinque minuti e allo stesso tempo assolutamente in grado di sembrare la più grande signora del verse.
< No, Nessuna scuola speciale. Niente! Dille di sbagliare ogni tanto. Lo sappiamo che è brava , lo sa tutta Corona e mezzo Core. Ma non deve essere così brava. Promettimelo!> niente da fare mio padre è una tomba quando non vuole dire qualcosa e in questo caso, quel qualcosa deve davvero spaventarlo.
<Cosa ti ha detto Kengsinton? E' da quando hai parlato con lui che ti sei messo in testa questa idea assurda.>ora la voce di mamma si addolcisce, si fa più morbida e posso sentire il fruscio della seta.Probabilmente gli si sta avvicinando e nel silenzio che segue posso quasi immaginare il suo abbraccio.
<Poco o nulla. Fidati di me Magda, vuoi? Lela deve cercare di sembrare meno sveglia di quello che è. Altrimenti ce la porteranno via.> un tono di voce basso, roco, come se raccontasse chissà cosa.
Un brivido mi è sceso lungo la spina dorsale mentre rimango aggrappata al corrimano di legno , rannicchiata sulla scala. Poi risalgo , corro quasi , in camera mia, per nascondermi sotto la coperta.
Sono sempre stata molto creativa nei miei errori.
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